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susybellesia

LESS IS MORE

L'altro giorno stavo seguendo un bambino e la dinamica che si è creata mi ha fatto molto riflettere.

Essendo che questo bambino ha difficoltà di attenzione e il mio 'mandato' è di aiutarlo a migliorare i tempi di attenzione e i comportamenti in modo da renderli più funzionali agli apprendimenti, avevo instaurato una situazione che non stava dando buoni risultati.

Eppure le modalità che avevo 'studiato' ed organizzato erano 'cucite' addosso ai suoi bisogni e alle sue caratteristiche e, in effetti, in altre circostanze avevano funzionato molto bene...

Ad un certo punto ho avuto un'intuizione che mi ha fatto fare uno switch, ossia un'inversione di atteggiamento, un cambiamento nel mio approccio.

Mi sono messa in discussione.

Mi sono resa conto che stavo facendo molta fatica: ad insistere, a 'veicolarlo' anzi, voglio essere sincera, usiamo il termine corretto, a "controllarlo" nel suo itinerario di apprendimento.

Solo che questo 'troppo' da parte mia non solo non era creativo, ..non funzionava ...

Io 'volevo' che andasse avanti, che capisse...invece lui si bloccava, si perdeva nei suoi pensieri, canticchiava e non faceva l'esercizio...

Questo subito mi ha innervosito ovviamente.

Ti è mai capitato?

Grazie a quella sgradevole sensazione mi si è accesa una bella spia rossa in testa e ho cominciato ad osservarmi.

Ho capito che il mio atteggiamento non lo aiutava e non aiutava nessuno dei due a dire la verità!

Così innanzitutto ho fatto con lui una pausa per contestualizzare quel momento di distrazione e goderci una bella chiacchierata di

'ri-connessione'.

Convenuto con lui il momento di iniziare di nuovo l'attività ho spiegato la regola e ho semplicemente chiesto al bambino di osservare bene e di 'provare'

il modo in cui gliel'ho chiesto in quel momento era davvero libero, ossia privo di aspettative pre-ordinate e solo carico di curiosità per ciò che si poteva presentare in modo da poterlo comprendere.

Ero solo in osservazione e ascolto attivi ma io non dovevo fare nulla di più...e inaspettatamente il bambino ha cominciato a fare l'esercizio e velocemente lo ha terminato (mentre io credevo fosse troppo difficile per lui!!...).

Questo mia ha fatto comprendere chiaramente due cose:

1) spesso non capiamo proprio niente di ciò che passa davvero nella e per la testolina dei nostri bambini e rimanendo fermi alle nostre opinioni restringiamo un sacco il campo delle loro possibilità

2) Stare in attesa consapevole è stato, come spesso lo è, piacevole: un lavorare con i bambini permeato della frequenza di piacere, armonia e stupore.

Allo stesso tempo prima e durante una vocina mi voleva condizionare: che quando non fai, non agisci, non controlli ... non stai lavorando davvero, non stai 'facendo' davvero qualcosa nella situazione, "non ti stai assumendo la tua responsabilità".

Passo allora alla conclusione: questo che ho appena descritto è un condizionamento bello e buono, una credenza che deriva da chissà dove ed è in me da chissà quando...ma non ha significato costruttivo in quello che faccio, non ha valore.

Allora la mia vera responsabilità non è di seguire passivamente le voci e i condizionamenti che ho ereditato, bensì di riconoscerli, osservarli e decidere se mi servono oppure no, se in quella situazione funzionano oppure No.

I nostri bambini sono delle spugne, soprattutto quando sono più piccoli e il nostro modo di approcciarci a loro fa una differenza fondamentale nella loro evoluzione.

Se noi non riconosciamo e non trasformiamo i nostri condizionamenti disfunzionali saremo spesso vittime di essi e la relazione educativa in tutti gli aspetti risulterà caotica, faticosa e non appagante.

La bellezza, il piacere, la gioia devono essere alla base del percorso di crescita e di conquista del bambino: essendo noi adulti a influenzare essenzialmente tale percorso è bene che noi per primi ci liberiamo di tutte quelle zavorre, quei condizionamenti, false credenze che appesantiscono il nostro approccio educativo e lo snaturano, col rischio di non saper rispettare, stimolare e far fiorire la vera natura del bambino...perchè in fondo non ci concediamo ancora di far emergere, di rispettare e far sbocciare la NOSTRA VERA NATURA che reclama gioia, leggerezza e appagamento.

Allora un Metodo lo potremo costruire nell'educazione del bambino e nell'educarlo agli apprendimenti ma sarà un metodo creativo e basato sul rispetto della natura del bambino e dei suoi veri bisogni, non sul 'controllo'.

Allora sarà un metodo efficace e allo stesso tempo piacevole e basato sull'armonia, non sulla paura e frustrazione.

Quando nella relazione con tuo bambino la fatica è troppa e hai la sensazione di non RIUSCIRE a fare una cosa, quando la pesantezza e la frustrazione sono sempre maggiori rispetto ai momenti di armonia e bellezza... non credere di essere sbagliat#

non credere che sia impossibile...

Pensa piuttosto a cosa puoi fare, a chi ti può aiutare a rimetterti in contatto con la tua parte più autentica per lasciare i pesi che non servono più, imparare ad esprimere la tua vera essenza e fare la differenza nella tua vita e in quella del tuo bambino.

Onoro la tua essenza unica e speciale.

A presto,

Susy

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