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susybellesia

Corazze e confini


Ciao! Come va? Che tu sia in ferie oppure no,

ti auguro di avere l'espressione e lo stato d'animo della bambina nella foto. Quando parliamo del carattere è d'obbligo fare riferimento alle corazze caratteriali come strutture psicofisiche che dalla nascita si instaurano come difesa dall'ambiente. Le difese sono necessarie come tutela e allo stesso tempo se esse prendono il sopravvento non ci permettono di aprirci ai sentimenti e alla vita. Come per tutto, ci vuole equilibrio  Si dice che i bambini siano più in contatto con la loro Anima ed è facile capire che è vero, basta osservarli: vivono direttamente tutte le sfumature che sentono, la spinta creativa, la forza espansiva della loro curiosità, l'intensità emotiva delle loro emozioni da quelle più gioiose fino alle ombre più cupe. Quando cominciano a crescere possiamo vedere qualche blocco insinuarsi in questo flusso e allora significa che la corazza si sta strutturando e agisce. Su questo punto vorrei fare un'importante chiarimento. E' vero che le corazze nascono come difesa ed è vero che spesso ci si difende da ciò che 'limita' oppure ostacola la libera espansione della propria natura, l'espressione del proprio autentico Sé. Questo però non significa che non vanno messi confini. Comprendere un bambino, cercare una connessione con lui non significa assecondarlo in tutto. Amare un bambino e sostenerlo non significa fare "ogni sforzo" al posto suo. Rispondere ai bisogni di un bambino non significa evitargli qualsiasi momento di noia o responsabilità .... Ricordiamoci che il bambino vive nella dimensione del 'piacere' ( e in questo ci possiamo ogni tanto lasciare coinvolgere piacevolmente giocando con lui) e noi lo dobbiamo accompagnare passo passo nel principio di realtà che è un 'sistema' che va conosciuto e affrontato... in modo che poi il bambino possa portare il suo contributo unico e speciale. Che siamo in vacanza, che siamo nella routine del lavoro, che siamo in lockdown (spero mai più) non confondiamo le nostre paure, i nostri dubbi, i nostri sensi di colpa ..la nostra confusione con le 'scelte educative'. Se abbiamo voglia di coccolare un bambino  e sentiamo che lui ne ha bisogno allora un abbraccio, uno sguardo di intesa sono sempre il linguaggio più nutriente! Cerchiamo ugualmente di essere chiari, semplici e fermi nel dare indicazioni per regole, tempi e modalità affinché i bambini siano responsabili e autonomi nella cura di se stessi, dei loro materiali, nella gestione dei compiti e - perchè no- dei piccoli compiti domestici: questo li sprona ad essere più attivi e a sperimentare,definire e ufficializzare nel sistema in cui vivono il loro valore e il loro ruolo! La loro reattività la metteremo in 'quarantena' e in osservazione insieme alle nostre, e dopo aver fatto questo lavoro di purificazione continuiamo a creare modalità creative per fissare routines responsabilizzanti. Il pensiero divergente è d'obbligo: ossia partire dal presupposto che per ogni problema ci possono essere diverse soluzioni, non una sola. E'anche su questo punto che l'adulto si deve allenare: se chiediamo al bambino di fare una cosa non è detto che la debba fare come l'abbiamo pensata noi. Diamo al bambino la possibilità di affrontare e assumersi delle responsabilità, ossia di 'rispondere' ad un problema o ad una situazione in prima persona che sia ordinare la propria stanza, fare un compito, trovare una soluzione ad un errore che ha commesso o ad una difficoltà che incontra: aiutiamolo a focalizzare l'obiettivo  e lasciamo che si attivi per trovare ed esprimere le sue idee, le sue possibilità! La presenza, la chiarezza, la fermezza e l'ascolto attivo (ossia non condizionato dai nostri preconcetti) sono il vero RISPETTO nei confronti del bambino e della relazione educativa. Successivamente ci può essere un confronto se abbiamo visioni diverse e se è necessario guidarli verso mete più idonee lo possiamo fare e lo dobbiamo fare: quando c'è chiarezza di cuore e nel dialogo non c'è manipolazione. Ma prima di questo osserviamoci dentro e cerchiamo di essere sinceri nel comprendere se davvero lasciamo al bambino uno spazio di azione creativa.  Come lo capiamo? è semplice l'azione libera e creativa avviene ogni volta che il bambino si 'attiva'. A volta bisogna aspettare molto tempo...fare tanti e diversi tentativi. Ma ricordiamoci di stare focalizzati sull'obiettivo. Essere chiari e sistematici è fondamentale. Questo è un ottimo esercizio quotidiano per i bambini per attivare la mente, esplorare e mettere in campo le loro risorse e per noi adulti per imparare a smussare angoli, 'vedere' e valorizzare nuove possibilità al di là del nostro controllo (convergente) e aprire sempre di più mente e ..cuore! Cosa ne pensi?

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